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Conflitto Israele-Gaza: l’appello di Amnesty e AOI

Continua a salire il numero delle vittime civili a Gaza, tra questi almeno 31 giornalisti. Amnesty e AOI chiedono di cessare il fuoco

 

L’Uisp aderisce all’appello di un immediato cessate il fuoco lanciato negli ultimi giorni da Amnesty International Italia e dall’Associazione delle organizzazioni italiane di cooperazione e solidarietà internazionale (AOI).

Secondo quanto riporta il Committee to Protect Journalists sul suo sito web, al 30 ottobre 2023, sono almeno 31 i giornalisti che hanno perso la vita nel conflitto Israele-Gaza: 26 reporter palestinesi, 4 israeliani e uno libanese.

La Federazione internazionale dei giornalisti e i suoi affiliati in tutto il mondo hanno invitato l’Unesco a fare "tutto il possibile per proteggere i giornalisti e chiedere che le parti in conflitto riducano la violenza, che provocherà solo vittime civili, in particolare giornalisti".

Come si legge dal sito di Amnesty International Italia, l’escalation senza precedenti del conflitto tra Israele da un lato e Hamas e altri gruppi armati palestinesi dall’altro sta distruggendo innumerevoli vite.
Gli incessanti bombardamenti israeliani stanno facendo salire in modo impressionante il numero delle vittime civili a Gaza: sono almeno 8000, inclusi moltissimi minorenni (dati aggiornati al 2 novembre 2023). Questa è stata la risposta agli orribili attacchi compiuti in Israele da Hamas e altri gruppi armati palestinesi, che hanno causato circa 1400 morti. Almeno 200 israeliani presi in ostaggio da Hamas e da altri gruppi armati palestinesi restano in pericolo. I razzi che continuano a essere lanciati contro Israele pongono a rischio la popolazione civile.

L’assedio rafforzato di Israele nei confronti di Gaza ha bloccato l’ingresso di beni fondamentali come acqua, cibo e carburante, costringendo oltre due milioni di abitanti a lottare per la sopravvivenza. La catastrofe umanitaria  provocata da 16 anni di blocco illegale di Israele nei confronti della Striscia di Gaza occupata non potrà che peggiorare se i combattimenti non si fermeranno immediatamente.

Tutte le parti in conflitto continuano a commettere gravi violazioni del diritto internazionale umanitario, compresi crimini di guerra. Di fronte a questa devastazione e a questa sofferenza senza fine, deve prevalere l’umanità.

Firma la petizione di Amnesty International e sollecita i leader mondiali a chiedere un immediato cessate il fuoco a tutte le parti in conflitto e a porre fine alla catastrofe umanitaria in corso a Gaza.

Un cessate il fuoco porrebbe fine agli attacchi illegali di tutte le parti, interromperebbe il crescente numero di vittime a Gaza e consentirebbe alle agenzie umanitarie di portare aiuti salvavita, acqua e forniture mediche nella Striscia di Gaza per contrastare l’indicibile livello di sofferenza umana. 
Gli ospedali potrebbero ricevere medicine salvavita, carburante e quelle attrezzature di cui hanno disperato bisogno per rimettere in funzione i reparti danneggiati.
Un cessate il fuoco fornirebbe anche l’opportunità di negoziare la liberazione degli ostaggi israeliani detenuti a Gaza e di avviare indagini internazionali indipendenti sui crimini di guerra commessi da tutte le parti in conflitto, in modo da porre fine alla perdurante impunità che altrimenti continuerà ad alimentare ulteriori atrocità.
Affrontare le cause di fondo di questo conflitto, smantellando il sistema di apartheid cui Israele sottopone i palestinesi, è più urgente che mai.

Appello condiviso anche da AOI alla comunità internazionale: fate cessare il fuoco, bloccate l’invasione via terra.

Dal 30 ottobre, Gaza è senza collegamenti internet e telefonici. Anche grazie a questo blackout totale, Israele può intensificare i bombardamenti aerei sulla Striscia. L’emergenza umanitaria è divenuta uno scenario di morte. La vita della popolazione civile di Gaza viene messa in pericolo indiscriminatamente, senza alcuna speranza di salvezza.

Non c’è più alcun modo di comunicare all’esterno quello che sta avvenendo. Insieme agli abitanti della Striscia sono in pericolo giornalisti, operatori umanitari, funzionari delle Nazioni Unite. Milioni di vite umane, ospedali e scuole, strutture gestite dalle Agenzie umanitarie che ospitano sfollati, famiglie senza più casa: sono adesso tutti target per bombe e armi della potenza israeliana occupante. Hamas risponde lanciando razzi verso Tel Aviv. L’escalation annunciata ha avuto così il suo drammatico inizio. (Fonti: Amnesty International Italia e AOI)

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